domenica 5 gennaio 2025

FIGO BEO for Atari 2600 - a game created by Gianluigi Valgimigli

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RASSEGNA STAMPA, ovvero articoli di giornale, serate di presentazione e pubblicazioni varie dedicate ai libri di Gianluigi Valgimigli

SERATA DI PRESENTAZIONE del romanzo Sotterraneo al Chiaro di Luna di Gianluigi Valgimigli

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Gianluigi mentre legge un passo da “Sotterraneo al chiaro di luna” durante la presentazione del libro omonimo, tenutasi al Demodé di Forlì, sabato 30 luglio 2016:



ARTICOLI DI GIORNALE su Gianluigi Valgimigli

Articolo di giornale su Gianluigi Valgimigli e l’uscita del suo primo romanzo, Aspettando il cielo. L’articolo è stato pubblicato sul Resto del Carlino del 14 giugno 2014:




PROSSIME PUBBLICAZIONI dello scrittore e poeta Gianluigi Valgimigli

 PROGETTI FUTURI 

In futuro, porterò a termine la mia “Quadrilogia faentina”, che attualmente comprende i primi due libri (rispettivamente, “Aspettando il cielo” “Sotterraneo al chiaro di luna”); il terzo romanzo si intitolerà “Le deliranti notti della Signorina Casalinga”.

 

*Cos’è la “Quadrilogia faentina”?

Un ciclo di quattro romanzi ambientati a Faenza, e raggruppati sotto il nome di “Quadrilogia faentina”

*Com’è nata l’idea?

Mentre ero impegnato nella scrittura di Sotterraneo al chiaro di luna, avevo consegnato Aspettando il cielo all’editore ormai da un anno, ed ero quindi in attesa della sua pubblicazione; fu proprio in quel periodo, che nacque in me l’idea di creare un ciclo di romanzi che raccontassero storie di personaggi residenti (o che agissero) nel faentino e dintorni, e siccome l’uscita di Aspettando il cielo era ormai imminente, decisi che quello sarebbe stato il primo capitolo del ciclo, e il nuovo romanzo che con tanta agitazione stavo vomitando sulle pagine in quei giorni, il secondo. Successivamente, decisi che il ciclo avrebbe contato in tutto quattro romanzi: da qui il nome “Quadrilogia faentina”.



-QUADRILOGIA FAENTINA: LIBRO TERZO-

 

“Le deliranti notti della Signorina Casalinga”

 

Di prossima pubblicazione

PREMI e RICONOSCIMENTI ottenuti dallo scrittore e poeta Gianluigi Valgimigli

 2019) PRIMO PREMIO per il racconto Pontesanto, da parte dell’Associazione Culturale Unicamilano di Milano

Nel 2019 ho ottenuto il Primo Premio al Torneo Unicamilano edizione 2018 indetto dall'Associazione Culturale Unicamilano di Milano per il racconto di mia produzione Pontesanto, originariamente pubblicato nel 2017 nella raccolta di racconti Ravenna Vintage; di seguito una foto dell'attestato e alcuni scatti della cerimonia di premiazione:







Intervista a Gianluigi Valgimigli da parte dell’Unicamilano in seguito al conseguimento del primo premio con il racconto dal titolo “Pontesanto”:

Un luogo malinconico, Pontesanto, raccontato nella sua opera. Lo descriverebbe diversamente?

U) Se potessi rivederlo con gli occhi di un bambino (o se avessi sul serio potuto vivere l’epoca in cui è

ambientata la prima parte dello scritto), lo farei; mi basterebbe anche solo poter rivedere i fuochi

d’artificio con mia nonna, ma ormai lei è morta da anni… Oggi c’è solo una grande amarezza per il

tempo che è passato e, ovviamente, non tornerà mai più; una grande amarezza per come si sono evolute

– in negativo – alcune cose e per tutte le opportunità bruciate e le occasioni sprecate.


Nella carne, brucia l’eterno amore. Cosa pensa di Giacomo Casanova?

N) Mi sono avvicinato a questo personaggio in seguito alla sua interpretazione in una commedia teatrale

a cui ho partecipato, per la quale ho scritto il monologo che ho sottoposto alla vostra attenzione. Dalla

mia poesia emerge un’immagine molto personale del Casanova, nel quale mi sono identificato a tal

punto da attribuirgli i miei amori, le mie paure e preoccupazioni, la mia malinconia, tanto da non

riuscire più lucidamente ad avere un pensiero oggettivo su di lui. Mi piace il fatto che nel mio scritto sia

diventato così fortemente sensibile e indifeso, e non sia più lo scopatore incallito di cui solitamente

molti parlano (sottolineo, però, che non ho mai letto la sua biografia, quindi non conosco la realtà dei

fatti, ma solo il sentito dire). Casanova, per me, rimarrà sempre il mio Casanova: un grandissimo

amatore, che sinceramente ha amato e ricorda con immenso affetto ogni donna avuta (anche solo per un

attimo), ma che spesso queste amanti non hanno mai compreso a fondo e, anzi, hanno spesso e volentieri

usato e, una volta provato, gettato.


In quali momenti della giornata predilige scrivere?

I) C’è stato un periodo in cui scrivevo principalmente di notte, quando non riuscivo a dormire, o di

mattina prestissimo, quando mi svegliavo dopo un sogno particolarmente ispirante; oggi,

principalmente, butto giù le mie cose quando sento la necessità di scorporare (adoro questo termine

riferito allo scrivere, l’ho sentito un giorno da un carissimo amico e ho deciso di adottarlo; mi piace

definirmi uno scorporatore, non uno scrittore).


Con MORO LO SAPEVA, il verso si fa strozzato e rude, esplicito nel linguaggio. Perché tale scelta

stilistica?

C) Perché tale scelta era necessaria, era la poesia a richiedere un simile stile di scrittura, solo così

sarebbe stata VERA. Queste però sono cose che realizzi dopo: quando l’ho scritta, ho solo pensato a

vomitare sul foglio tutto ciò che avevo dentro e, siccome ero molto incazzato, la poesia mi è uscita così,

istintiva e sopra le righe, quasi oscena, diretta e senza peli sulla lingua.


A quali autori s’ispira quando scrive?

A) Oggi a nessuno, dato che leggo solo fumetti o qualche libro su argomenti di cultura generale. Non

leggo più romanzi o raccolte di poesie da molti anni. Quand’ero ragazzino leggevo molto e

sicuramente ho indirettamente subito l’influenza di certi autori (Mark Twain, Herman Melville, John Steinbeck, Vladimir Nabokov, Edgar Allan Poe, Walt Whitman, Edgar Lee Masters e il Marchese De Sade, i preferiti), ma oggi mi sento di reputare

responsabile principalmente la musica folkloristica (vedi Pontesanto e il folk romagnolo), mio grande

amore: tra i tanti autori di musica popolare che mi ispirano di più, mi vengono in mente, ad esempio, gli

artisti blues degli anni ‘20/‘30, con quei testi fantastici, malinconici e così sofferti (le loro sofferenze,

sono molto spesso le mie, per questo mi aiutano nei momenti difficili), pieni di simbologie ricorrenti, di

grande sensibilità e di luoghi che vorrei veramente tanto visitare.


Milano le tributa un importante riconoscimento. Cosa pensa di questa città?

M) Adoro Enzo Jannacci, è uno dei miei cantautori italiani preferiti; attraverso le

sue canzoni ho imparato a conoscere Milano e il dialetto locale (che adoro!). La prima volta che ho

visitato la vostra città, mi sono divertito a ritrovare i luoghi raccontati da tale artista nelle sue canzoni,

che non potevo fare a meno di canticchiare durante il tour. Inoltre, devo dire che se trovassi lavoro dalle

vostre parti, mi ci trasferirei volentieri: penso che una città simile possa offrire molte opportunità di

crescita professionale e relazionale. Quella di Milano è una realtà più aperta e di ampie vedute rispetto

alla mia, dove spesso ti senti schiacciato; dove c’è molto bigottismo e scarse opportunità di farsi

conoscere come autore, in quanto il poeta medio scrive di foglie che cadono dagli alberi e non esiste una

consolidata cultura underground (chi scrive cose un po’, diciamo, particolari, è malvisto e spaventa).

Sarò scontato, ma ci tengo a sottolineare quanto il Duomo sia davvero un capolavoro: tutte le volte che

lo vedo rimango impressionato… ha un fascino magnetico!


Il verso poetico, il racconto: dove ha trovato maggiori difficoltà?

I) Non riscontro quasi mai difficoltà, in quanto scrivo solo quando sono veramente ispirato e, di

conseguenza, il foglio molto spesso si riempie da solo; quando la mia sensibilità viene stimolata da

qualcosa, ho urgente bisogno di rigettare fuori tutto ciò che ho dentro, altrimenti rischio di esplodere. Se

mi capita di incontrare difficoltà, probabilmente ciò che sto scrivendo non è molto valido, in quanto

sono uno strenuo sostenitore della poesia spontanea e odio la poesia costruita, artificiale, scolastica, con

terminoni ricercati per far vedere che si è dotti.


La dedica a suo figlio in POESIA DI RINASCITA è appassionata. Che ricordo ha di suo padre?

L) Chiedo scusa, ma preferirei non rispondere.


A quali concorsi hanno partecipato le sue opere?

A) Non molti. Il vostro è quello che ritengo più valido, perché valorizzate anche produzioni fuori dagli

schemi; negli altri a cui ho avuto il dispiacere di partecipare, vengono premiate solo le poesie con le

foglie che cadono dagli alberi e ci si scandalizza per un culo.


Non vivesse a casa sua, dove vorrebbe essere?

N) Beh, in qualche posto nominato nelle canzoni che ascolto, o in cui si suona un certo di tipo di musica

popolare che in quel momento mi ispira particolarmente; ad esempio, in questo momento non mi

dispiacerebbe vivere nelle paludi della Louisiana e suonare musica cajun con il mio fido organetto.

Ironia a parte, vorrei vivere in qualsiasi posto che possa offrirmi più opportunità di crescita rispetto a

questo tratto di Romagna in cui mi trovo, un posto in cui possa esserci più apertura mentale e in cui farsi

il culo conta veramente qualcosa.


Oggi, secondo lei, Casanova avrebbe vita meno facile, nell’intraprendere le proprie relazioni

amorose?

O) Eh, dipende dall’approccio e da chi o cosa vuoi conquistare… Oggi non funziona più come un tempo

e, almeno qua dalle mie parti (altrove non so), per tentare di essere popolare presso la ragazza media,

devi adattarti a certi standard da “tronista fighetto e truzzo” e abbassarti a chattare su qualche stupida

app per smartphone. Con la sensibilità artistica si rimorchia poco o niente, almeno per quanto riguarda le

under 40: una volta conobbi una ragazza, si dimostrò molto interessata a me, in quanto le piacevo

esteticamente; decisi quindi di scriverle una poesia e regalargliela, per dimostrarle quanto fosse

importante ai miei occhi il suo interessamento… non l’avessi mai fatto! Scappò via a gambe levate e

non volle più saperne nulla di me (e la poesia era bella, sia ben chiaro).

 


2018) MENZIONE D’ONORE per la poesia Autoradio Blues, da parte dell’Associazione Culturale Unicamilano di Milano
 
2018) MENZIONE D’ONORE per la poesia Casanova Blues, da parte dell’Associazione Culturale Unicamilano di Milano

2017) MENZIONE D’ONORE per il romanzo Sotterraneo al Chiaro di Luna, da parte dell’Associazione Culturale Unicamilano di Milano


Foto della cerimonia di premiazione:






FAN ART, ovvero tutto ciò che i miei estimatori mi hanno dedicato

“Ritratto di Gianluigi Valgimigli

dell’illustratrice Giulia Bartolini (Ravenna; 2016)